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Voghera, una settimana da peperone

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Peperone-di-Voghera-conferenza-stampa

Questa mattina, presso la sala consiliare di Palazzo Gounela a Voghera si è svolta la conferenza stampa di presentazione della 3ª Sagra del Peperone di Voghera. “Iniziamo a raccogliere i  frutti di un importante lavoro svolto negli ultimi anni per la valorizzazione delle tipicità dei nostri territori e in particolare di Voghera”, ha detto Nicola Affronti, Presidente del Consiglio Comunale in apertura della conferenza. “Abbiamo appena concluso i lavori della  5a Sagra della patata bianca di Oriolo, culminata con la festa di sabato 31 agosto, e oggi siamo nuovamente in prima fila per svelare le novità della terza edizione della Sagra del Peperone di Voghera. Quest’anno a fianco degli organizzatori è scesa in campo una folta rappresentanza di commercianti della città grazie ai quali molti negozi del centro saranno aperti anche sabato sera”.

Open City, così è stata battezzata l’iniziativa, prevede che la sera di sabato 7 (fino alle 23) e tutta la mattina di domenica 8  i negozi del centro storico saranno aperti per celebrare il peperone. Una festa che in realtà è partita già dal primo di settembre, visto che numerosi locali tra bar e ristoranti di Voghera hanno aderito all’iniziativa aggiungendo ai menù piatti tipici a base di peperone.

Il momento clou della manifestazione avrà luogo domenica in piazza del Duomo. A partire dalle 10 della mattina aprirà i battenti il Mercato dei peperoni, dei prodotti De.Co. e delle tipicità locali. In contemporanea si svolgerà la presentazione della nuova Confraternita del Peperone di Voghera. I lavori proseguiranno alle ore 10.45 con l’approfondimento “Parliamo di Peperone”, un  incontro sulla storia, la situazione attuale e le prospettive future al quale parteciperà il professor Mario Zefelippo, agronomo e docente di Tecniche di Produzione Vegetale presso l’Istituto Agrario “C. Gallini” di Voghera.

Dalle 12.30 fino alle 16.00 si svolgerà la degustazione del risotto al peperone cucinato dallo chef Piera Spalla Selvatico e Mario Becciolini (vicepresidente Associazione Cuochi pavesi) con calice di vino. Sarà possibile assaggiare anche il  Pemento di Herbòn, un peperone dolce (non sempre) tipico della città di Padròn, un antico borgo spagnolo nei pressi di Santiago de Compostela il cui nome latino  era Iria Flavia. Semplice coincidenza? Indagheremo.

Durante l’intera giornata è assicurato il divertimento anche per i più piccoli con clown e giochi. Nell’area sarà presente anche Antichi mestieri con il Magazzino dei ricordi di Zavattarello.

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Una squadra speciale per rilanciare l’Oltrepò

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Oltrepò Pavese

L’unione fa la forza, è proprio il caso di dirlo. Il futuro dell’Oltrepò Pavese comincia oggi. Una vera e propria task force si è messa al lavoro in questi mesi di pandemia, per dare nuova vita ad un territorio sempre più apprezzato. Regione Lombardia, Unioncamere Lombardia e Camera di Commercio di Pavia fanno squadra per un ambizioso progetto di valorizzazione del Distretto EnoAgroalimentare pavese. Prezioso il supporto strategico del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, del Distretto del vino di Qualità dell’Oltrepò Pavese e del Consorzio Club Buttafuoco Storico. Una grande alleanza inedita, per promuovere un territorio ricco di risorse.

Il progetto

Si tratta di un’autentica campagna di marketing territoriale, dalla portata senza precedenti. Al via nel mese di settembre 2020, il progetto ha previsto un’articolazione multi-canale, con 4 iniziative distinte.

  • Vite e Vino: un’applicazione per smartphone per promuovere il turismo slow, con una ricca proposta di itinerari tematici. 15 percorsi da seguire a piedi, in bicicletta, in macchina o a cavallo.
  • Autunno Pavese in Tour 2020: con la pandemia e il distanziamento sociale, la versione 2020 di Autunno Pavese è stata itinerante. Palazzo Esposizioni è rimasto chiuso. Al posto della manifestazione “classica”, tanti appuntamenti disseminati su tutto il territorio della provincia di Pavia. Degustazioni, visite guidate e laboratori enogastronomici, ospitati da oltre 40 aziende storiche, che hanno aperto le porte ai visitatori del gusto, dando vita ad un calendario con oltre 80 eventi.
  • Oltrepò Food & Wine: una serie di degustazioni online, condotte da Paolo Massobrio e Marco Gatti, celebri giornalisti e critici enogastronomici piemontesi. Centinaia di kit pieni di prodotti tipici pavesi, distribuiti in tutta Italia, per espandere gli orizzonti pavesi e far conoscere le eccellenze enogastronomiche locali.
  • A Pavia si beve Oltrepò: un’iniziativa per rilanciare il settore del vino oltrepadano. La realizzazione del portale online www.apaviasipeveoltrepo.it e la collaborazione con il tour operator “I Viaggi di Tells” hanno l’obiettivo di valorizzare la cultura vinicola dell’Oltrepò. Soprattutto attraverso i professionisti del settore Horeca. Bar, ristoranti e strutture ricettive infatti saranno coinvolti direttamente, con attività di formazione nel segno della cultura del buon vino.

La parola ai protagonisti

Assessore Lombardia

Fabio Rolfi

“L’Oltrepò pavese è il primo territorio lombardo per produzione vitivinicola e la Regione sta investendo su questo comparto al fine di creare indotto economico e una completa valorizzazione di tutta la zona” ha spiegato Fabio Rolfi, Assessore all’Agricoltura di Regione Lombardia. “La scelta vincente è quella di comunicare meglio all’esterno la qualità dei vini e creare una unione indissolubile tra etichette e aree produttive, migliorando così la narrazione dei prodotti. Le novità gestionali introdotte in questi anni e una nuova consapevolezza delle proprie potenzialità da parte di tutti gli attori coinvolti stanno contribuendo in maniera decisa e concreta a costruire l’Oltrepò pavese del futuro”.

La Camera di Commercio

Un’Oltrepò che diventa consapevole e mette da parte le divisioni interne che ne hanno frenato l’ascesa negli ultimi anni. E la parola chiave diventa “sinergia”, come sottolinea il Commissario Straordinario della Camera di Commercio di Pavia, Giovanni Merlino: “La capacità di fare qualità e la necessità di aggregarsi per competere sono bisogni che l’emergenza Covid-19 ha evidenziato: solo facendo fronte comune di esperienze ed energie si può progettare il futuro dei territori”. Il Commissario ha spiegato che l’obiettivo è quello di “far conoscere la qualità e l’unicità del territorio in una coralità che mantenga le identità di ognuno ma che consenta di superare i limiti che i piccoli hanno, lasciando che siano i prodotti ad essere ambasciatori del territorio.”

Il Consorzio 

gilda fugazza

Gilda Fugazza

“Unicità, identità, valori, cultura e tradizione. Elementi che troppo spesso diamo per scontati, ma che fanno la differenza per il nostro territorio. Non dobbiamo inventarci niente, l’Oltrepò ha tutto. Abbiamo aperto una porta al digitale, il territorio si sta attrezzando anche sul fronte dell’e-commerce” ha spiegato Gilda Fugazza, Presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. “Dobbiamo far scoprire i nostri prodotti, la conoscenza crea consumo e il consumo crea desiderio di conoscenza”, ha concluso il Presidente.

Il Distretto del Vino di Qualità

fabiano giorgi

Fabiano Giorgi

“L’unione è fondamentale. Solo uniti si può fare qualcosa di importante. L’Oltrepò manca sulle carte dei grandi ristoranti e bisogna lavorare insieme alle istituzioni per migliorare questa situazione”, ha detto Fabiano Giorgi, Presidente del Distretto del Vino di Qualità Dell’Oltrepò Pavese, che ha voluto sottolineare l’impatto della pandemia sul mondo del vino e la risposta dei professionisti del settore “Con i bar e i ristoranti chiusi abbiamo subito un brutto colpo. Abbiamo imparato a diversificare le vendite, ma l’Horeca rimane il canale per cui passa il vero valore del nostro settore”

Il Club del Buttafuoco Storico

“Il territorio deve abbinare tutte le eccellenze che ha a disposizione. Ma non basta valorizzare il vino. Cibo, ristorazione e ricettività sono le chiavi per il successo del nostro Oltrepò”, ha spiegato Marco Maggi, Presidente del Consorzio Club del Buttafuoco Storico.

 

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BirrArt: Casteggio è la capitale dell’Impero del gusto… brassicolo

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BirrArt 2019

Che cosa ci fa l’imperatore Ottaviano Augusto con un boccale di birra in mano? Semplice, celebra la X edizione di BirrArt, la Rassegna delle birre artigianali che dal 13 al 15 dicembre prossimi torna a Casteggio. Quella Clastidium latina che per l’occasione diventa la capitale di un impero tutto particolare, quello del gusto.

Già perché nella cittadina oltrepadana, oltre ad assaporare le migliori birre artigianali e scoprire le capacità, la fantasia e la creatività dei mastri birrai di dieci microbirrifici tricolori, si potranno degustare i sapori delle cucine tradizionali oltrepadana e ligure. Gli irriducibili della tradizione brassicola potranno così cercare l’abbinamento più gourmet o anche solo quello più gustoso e sfizioso per un esperienza sensoriale a tutto tondo. Un’esperienza che coinvolge certamente l’anima ma che affonda le sue radici in una cultura gastronomica nel senso più ampio de termine, promuovendo gli aspetti imprenditoriali, l’agricoltura, il turismo, la salute e la sicurezza.

BirrArt 2019 torna dunque ad essere quel punto di riferimento per il territorio che fin dalla prima edizione del 2009 l’ha contraddistinta da tutte le altre manifestazioni legate al mondo brassicolo, e non solo della zona. Come da tradizione la manifestazione anche quest’anno conferma un programma ricco e articolato di eventi. Non mancheranno incontri con esperti del mondo brassicolo, showcooking e laboratori del gusto, resi ancor più gradevoli da i momenti di svago e di divertimento con musica live e dj set.

In occasione del X anniversario l’ingresso alla manifestazione sarà libero e i visitatori potranno acquistare direttamente all’ingresso i gettoni necessari per assaggiare le numerose birre artigianali in rassegna.

BirrArt, come di consueto, sarà anticipata giovedì 12 mattina da “Più ne sai meno rischi”, progetto sviluppato in collaborazione con le Forze dell’Ordine e l’ASST di Pavia per parlare alle nuove generazioni, incontrarsi e confrontarsi sul tema del consumo responsabile delle bevande alcoliche, la salute e la sicurezza stradale. Le classi terze della Scuola Secondaria dell’Istituto Comprensivo di Casteggio sono invitate a partecipare all’incontro presso l’area fieristica Oltrexpo di via Truffi.

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Cheese 2019: a Bra arriva sua maestà il formaggio

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CHEESE 2019 Bra

Con 450 espositori su 10 mila metri quadrati, ha aperto i battenti la 12° edizione di Cheese, la manifestazione internazionale dedicata ai formaggi di qualità a latte crudo e ai latticini, organizzata dalla Città di Bra e da Slow Food, con il sostegno della Regione Piemonte.

Cheese: Naturale è possibile

Il cuore dell’edizione 2019 di Cheese, aperta fino al 23 settembre, è rappresentato dal tema “Naturale è possibile” attraverso il quale gli organizzatori hanno acceso i riflettori su tutta quella biodiversità invisibile fatta di batteri, enzimi e lieviti, silenziosamente sotto attacco dall’utilizzo sempre più diffuso di colture selezionate imposto dall’industria. Non a caso, l’edizione 2019 tiene a battesimo la nuova area Piccoli&Naturali, uno spazio dedicato alle piccole aziende agricole che trasformano solo il latte dei propri animali, praticano prevalentemente il pascolo e producono formaggi a latte crudo e senza fermenti selezionati o con fermenti autoprodotti.cheese 2019 formaggi

I trend del settore

Come da tradizione, il Cheese rappresenta l’occasione per esaminare i trend del settore lattiero caseario, uno dei settori più importanti dell’intero sistema agroalimentare nazionale di cui, con un fatturato pari a 16,3 miliardi di euro, detiene il primato nell’ambito industriale di cui rappresenta il 12%. Eppure secondo i dati sui consumi delle famiglie italiane elaborati dall’Ismea, il comparto segna una flessione negli ultimi anni. La spesa sostenuta dalle famiglie italiane per i consumi domestici di latte e derivati è infatti progressivamente diminuita nell’ultimo quinquennio (-4% tra il 2014 e il 2018).

La flessione dei consumi domestici è proseguita anche nel 2018 (-1,3% rispetto al 2017 in termini di spesa), confermando il lattiero caseario come uno dei settori più critici dell’agroalimentare. In particolare, continua a essere penalizzante per la filiera la contrazione dei consumi di formaggi (-1,9% in volume e -1,2% in valore tra il 2017 e il 2018), troppo spesso oggetto di attacchi appositamente costruiti.

Per contro si registra qualche timido segnale di ripresa nel primo semestre del 2019: sempre secondo Ismea il bilancio della spesa rispetto al primo semestre 2018 torna infatti a stabilizzarsi dopo un lungo periodo negativo. In particolare si evidenzia un incremento nei consumi di latte UHT (+0,7% i volumi) a fronte di un costante decremento degli acquisti di latte fresco (-1,5% in volume). Aumentano i consumi per i formaggi molli e per gli industriali, mentre restano stabili i consumi per i freschi. Si contraggono invece i volumi acquistati per i formaggi duri, a fronte però di una crescita dei prezzi medi che implica nel complesso un aumento della spesa di 3,1 punti percentuali.

Un mercato parallelo

Eppure le tendenze che emergono proprio dal Cheese, mostrano un settore tutt’altro che in sofferenza. E le conferme arrivano dalle richieste di partecipazione degli espositori (in aumento edizione dopo edizione a fronte di un regolamento molto più restrittivo che consente, anche per quest’anno, di commercializzare solo formaggi a latte crudo) oltre che dall’interesse del pubblico e degli esperti del settore. Questo perché il settore lattiero caseario presenta segmenti molto dinamici, ad esempio in virtù delle caratteristiche qualitative in termini di tipicità e tradizione come nel caso dei formaggi Dop-Igp. Al contrario dei prodotti più «indifferenziati», come formaggi spalmabili, mozzarella vaccina, latte uht standard, che non incontrano le preferenze di consumo delle famiglie italiane, mostrando una forte contrazione. Senza dubbio gioca un ruolo fondamentale nell’indirizzare la scelta dei consumatori la maggiore attenzione agli aspetti salutistici e al benessere, la maggiore responsabilità verso le sorti del pianeta, il legame con il territorio di origine dei prodotti. Scendono quindi gli acquisti dei prodotti che non vengono identificati con un territorio, il savoir faire dei produttori, la biodiversità di pascoli e razze animali. In sintesi, meglio poco ma buono sia come gusto, sia per l’ambiente e per la salute. Va poi detto che i formaggi prodotti dalle piccole realtà hanno un mercato completamente diverso, a volte parallelo rispetto a quello delle grandi catene. Proprio per il loro radicamento sul territorio, sono molto diffusi per questa tipologia di prodotti la vendita diretta in caseificio, nei mercati contadini, presso piccoli distributori e botteghe, presso le osterie, o addirittura al pascolo e ultimamente attraverso l’e-commerce.

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