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Ora la pasta 100% italiana si trova in tutti i supermercati

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Su internet si moltiplicano gli elenchi «definitivi» che snocciolano i produttori di pasta 100% italiana. Quella fatta soltanto con farina di grano duro coltivato nel Belpaese. Il più aggiornato di questi elenchi è sicuramente quello da Ilfattoalimentare.it. Ma c’è una novità importante per i consumatori che vogliano portare a tavola maccheroni davvero italiani senza diventare matti. Dopo Voiello, noto marchio Barilla, fatto esclusivamente con grano Aureo italiano, altre due marche che rientrano nella top 10 delle paste più vendute, si sono convertite alla materia prima nazionale. Si tratta di Agnesi e La Molisana. Due brand di peso, anche se Barilla e De Cecco, da sole, fanno la parte del leone in un mercato molto frammentato come quello dell’alimento tradizionale italiano.

Se si eccettuano i discount, ora è quasi impossibile non trovare sui banconi di super e ipermercati spaghetti, penne, o tortiglioni autenticamente italiani. Fra l’altro a prezzi che sono concorrenziali rispetto a molte altre paste origine Ue e non Ue. Ma andiamo con ordine. La svolta va raccontata tutta.

L’unico brand 100% made in Italy nella classifica delle 10 paste più vendute nel nostro Paese è stato a lungo Voiello. Un ottimo prodotto, venduto a un prezzo accessibile e fin troppo spesso sottoposto a offerte con sconti fino al 40 e addirittura al 50%, Ma la multinazionale di Parma – che fra l’altro ha delocalizzato la produzione dei maccheroni in mezzo mondo (qui l’articolo in cui lo racconto) – non ha mai spinto troppo sull’origine italiana della materia prima. Forse temendo che ne potesse risentire il marchio di gran lunga principale, di casa. Barilla appunto.

Fino a pochi anni or sono le paste 100% italiane si potevano contare sulle dita di una mano. Armando, Voi, Ghigi, Girolomoni. E Voiello, naturalmente. Da poche settimane, però, due marchi storici della nostra industria pastaria si sono convertiti all’origine interamente italiana. Agnesi e La Molisana.

«Solo i migliori grani italiani, perché la qualità comincia dal grano»

Recita così lo slogan che campeggia da qualche settimana sul sito internet della Agnesi. Ma è leggendo la spiegazione del claim che si capisce la portata della conversione della marca che fa capo al gruppo Colussi.

Il nostro è stato un lungo viaggio, siamo partiti con il veliero dalla Liguria nel 1824 per selezionare i grani migliori per la nostra pasta. Abbiamo attraversato oceani, esplorato i Paesi più remoti ed elevato la nostra esperienza ma alla fine il cammino ci ha ricondotti qui, in Italia, dove abbiamo trovato i migliori ingredienti da utilizzare: i nostri grani duri.

Questa dichiarazione, fra l’altro, smentisce clamorosamente il teorema con cui i grandi pastai hanno giustificato da decenni la scelta di importare dall’estero la materia prima. Vale a dire la scarsa qualità dei cereali italiani. A leggere sul sito Agnesi.it l’elenco delle varietà di frumento duro tricolore caricati nella stiva del veliero Agnesi c’è di che essere orgogliosi della nostra cerealicoltura: Iride, Anco Marzio, Alemanno, Emilio Lepido, Saragolla, Claudio, Creso, Duilio, Colosseo, Avispa, Sancarlo, Simeto, Virgilio, Chiara. Ognuno descritto nei componenti che lo rendono adatto alla pastificazione: l’indice di glutine e il grado proteico.

 

Le nuove confezioni della pasta Agnesi 100% grano duro italiano sono completamente diverse da quelle che le hanno precedute. Le ultime hanno un fondo dominante blu con scritte bianche e dorate. Torna, fra l’altro l’immagine del veliero storico di casa Agnesi, che nelle confezioni precedenti, interamente bianche, era stato stilizzato su uno sfondo rosso. Il nuovo packaging sfoggia anche un nastrino tricolore, questa volta messo a proposito, mentre sulla linea precedente – che dichiarava origine Ue e non Ue – era decisamente fuori luogo.

La differenza cromatica è netta e bisogna stare attenti perché sono tuttora in commercio (fine settembre 2018) numerosi lotti di pasta Agnesi della vecchia linea, anche se ritengo che si esauriscano nel giro di poche settimane.

La Molisana: «Solo grano italiano»

Così recita il nuovo claim del pastificio di Contrada Colle della Api, in provincia di Campobasso. Un marchio storico della tradizione italiana che ha da poco festeggiato il secolo di vita. Come le altre due marche, anche i maccheroni prodotti dalla famiglia Ferro hanno il grande pregio di essere presenti pure loro nella maggior parte di super e ipermercati. E anche in questo caso la scelta del vero made in Italy punta alla qualità. Come spiega Giuseppe Ferro, amministratore delegato della società: «La qualità della pasta dipende direttamente dall’origine del grano – dice – e per rispondere al desiderio dei consumatori, abbiamo investito molto in ricerca per trovare i semi italiani migliori e con un contenuto proteico fino al 17%, che ci permettessero di continuare a creare un prodotto che rispecchiasse il nostro ideale di eccellenza della pasta». Il progetto ha coinvolto 1450 agricoltori sparsi nel centro-sud della penisola, per la precisione in Molise, Puglia, Marche, Lazio e Abruzzo.

Con ciascun agricoltore l’azienda ha firmato un accordo di filiera nel 2016 e in due anni ha quintuplicato i volumi di grano duro italiano acquistato: da 10.000 a 50.000 tonnellate su una superficie coltivata di 11.600 ettari.

Qui sotto elenco i prezzi che ho rilevato per le tre marche di pasta nelle tre catene nazionali sulla piazza di Voghera, Grande i, Coop ed Esselunga. Come si vede i valori delle marche fatte con frumento nazionale sono molto vicini al valore mediano fra il prezzo più alto e quello più basso. Si tratta di prezzi per le confezioni da 500 grammi che naturalmente nel tempo possono cambiare e quindi hanno un valore puramente indicativo.

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