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Mi autodenuncio: potrei essere un superdiffusore del coronavirus

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Mi autodenuncio: potrei essere un superdiffusore del coronavirus. Ma a rispondere per l’eventuale contagio che potrei aver contribuito a diffondere, dovrebbero essere il ministro della Salute, Roberto Speranza e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

Parlo con cognizione di causa. Mio figlio Riccardo, venerdì 22 febbraio 2020, ha accusato i sintomi classici dell’influenza: febbre, tosse, raffreddore, ma di gola. Ma è influenza, oppure coronavirus? Non lo sapevo quel giorno ma non lo so neppure oggi, o 96 ore di differenza. Già, perché nessuno è venuto a casa nostra a farci il tampone faringeo. Abbiamo chiamato e richiamato i numeri disponibili, senza che si fosse messo in moto il sistema di prevenzione dell’epidemia.

Riccardo studia all’Università di Pavia, frequentata da alcune centinaia di studenti in arrivo dalla zona rossa dei 10 comuni del lodigiano isolati per l’epidemia. Di più: mia figlia Alessandra gioca a calcio e una sua compagna di squadra, con la quale si è allenata fino a venerdì 22 febbraio, abita a Codogno. Sempre zona rossa. sempre virus. Ed è confinata in casa.

Chiama e richiama, non si palesa nessuno. Nel frattempo sono stato a fare la spesa alla Coop di Voghera, in diversi negozi della zona e pure al distributore di carburanti di Rivanazzano Terme  per fare il Gpl.  Quante persone potrei aver contagiato? Ma soprattutto: quante ne potrei contagiare nei prossimi giorni?

Nel frattempo mi arrivano le notizie dei contagi avvenuti nella mia zona. Zavattarello e Ponte Nizza. A poche decine di chilometri da casa mia. Mi dicono che il centro commerciale Iper di  di Montebello della Battaglia, sempre Oltrepò, è chiuso per il contagio, dopo che è stata trovata positiva una cassiera.

Io, nel frattempo, sono in quarantena. L’azienda per cui lavoro, precauzionalmente, mi ha detto si rimanere a casa. Ma non sono stato visto da nessuno. Devo ringraziare il sindaco di Godiasco Salice Terme, Fabio Riva, che ha preso a cuore il nostro caso e il dottor Angelo Pollo, il nostro medico di base. Gli unici a interessarsi della salute di mio figlio. Per il resto è buio pesto. Anzi: merda. Di Stato, ma sempre merda.

Sento in questo momento il premier Conte che in televisione parla di «servizio sanitario nazionale efficiente» e di «efficacia contenitiva del virus». A quale film sta assistendo? Non di certo il mio…

Ora chiamo il 112 e mi autodenuncio come superdiffusore. Poi vi racconto.

PS – Nel frattempo ho adottato un rimedio tradizionale: un bicchierone di grappa. Funzionerà?

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