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La rivincita della Bonarda

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Il vino più popolare dell’Oltrepò Pavese si conferma al quinto posto fra le etichette più acquistate dai consumatori italiani.

Per anni trascurata, nascosta financo con imbarazzo malcelato da molti vignaiuoli dell’Oltrepò Pavese in quanto vino popolare, la Bonarda si è presa anche quest’anno la rivincita. Non solo rimane stabilmente nella classifica di primi 5 vini che finiscono nel carrello della spesa degli italiani, ma il suo peso cresce. Nel 2019 ne sono stati venduti nella grande distribuzione 8.853.523 litri, lo 0,9% in più rispetto all’anno precedente (fonte Iri Infoscan-Vinitaly). Il dato non riguarda soltanto la produzione di Bonarda dell’Oltrepò Pavese, ma include l’omonimo vino prodotto in Piemonte con l’uva Rara, mentre la Doc della provincia di Pavia si ottiene dalla vinificazione dell’uva croatina, un vitigno autoctono presente anche in misura minore nel Piacentino e in Piemonte.

Per oltre un decennio la Bonarda è stata considerata alla stregua di un parente povero dei più blasonati Pinot Nero e soprattutto dello Spumante Metodo Classico. Un parente di quelli che creano imbarazzo. Forse perché ritenuti troppo rozzi e grossolani per condividere i destini del resto della famiglia. Da tenere a distanza e non menzionare nemmeno, nella speranza che «gli altri» se lo dimentichino.

DALLE DAMIGIANE ALL’ETICHETTA

Certo questo vino fresco e spumeggiante, fruttato e a volte con sentori di pepe nero, ha alle spalle una storia non sempre luccicante. Venduto per decenni in damigiana, riflette l’evoluzione del territorio in cui nasce che dal dopoguerra e fino a buona parte degli anni Ottanta produceva tanto vino ma ne imbottigliava abbastanza poco. Cerlto l’Oltrepò è la culla di alcuni tra i migliori spumanti al mondo e le produzioni enoiche a valore hanno assicurato a molte etichette di nome ottimi margini di guadagno. Ma non per questo ci si deve dimenticare – o peggio vergognare – del campione di vendite del territorio, che rimane la Bonarda. Un vino capace di mettersi alle spalle etichette ben più blasonate, come il Vermentino, il Merlot, il Nero d’Avola e il Primitivo.

VINO POPOLARE

Certo, resta un vino scapigliato, popolare, che si fa prediligere anche per un prezzo abbordabile, alla portata di tutte le tasche, in un mercato al quale la chiusura di ristoranti, bar ed enoteche con le misure di contenimento del coronavirus,  sta cambiando i connotati. Sempre secondo la ricerca Iri Infoscan, nelle prime tre settimane di aprile, in coincidenza con la ricorrenza di Pasqua, le vendite di bollicine sono crollate del 27,7%, proprio a vantaggio dei vini popolari. Quelli da pasto. Per capire se e come la Bonarda si sia avvantaggiata di questo fenomeno serviranno alcuni mesi, nel frattempo vale la pena di prendere nota che alle etichette blasonate sta andando male. Anzi, malissimo.

Grappoli di uva croatina

ABBINAMENTI D’OBBLIGO

Gli esperti definiscono la Bonarda un vino «a tutto pasto», nel senso che può accompagnare praticamente quasi tutte le portate. Ideale con agnolotti, ravioli di carne ma pure risotti, si fa apprezzare pure con carni bianche arrosto o in umido, formaggi a media stagionatura e salumi. A cominciare dal Salame di Varzi Dop, l’unica Denominazione d’origine protetta del territorio con cui crea un’associazione di sapori inconfondibile, un binomio perfetto soprattutto se accompagnato dal Miccone dell’Oltrepò Pavese, un Prodotto agroalimentare tradizionale (Pat) colpevolmente misconosciuto dal sistema agroalimentare locale.

QUELLA SPUMA CHE NON PUÒ MANCARE

Infine una nota del tutto personale. Per il Casalingo di Voghera la Bonarda non può che essere quella frizzante che riempie il bicchiere di una spuma color porpora per pochi secondi, all’atto della mescita. La Bonarda ferma, che pure si produce anche se in quantitativo ridotto, non è rispettosa delle tradizioni e non ha la mia considerazione. La evito con cura.

Per ulteriori informazioni sui vini dell’Oltrepò Pavese si può consultare il sito ufficiale del Consorzio di tutela a questo link. Mentre è dedicato interamente alla Bonarda il sito Lamossaperfetta.it animato da 16 produttori che hanno dato vita al rilancio in grande stile del vino più famoso (e più acquistato) dell’Oltrepò.

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