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Il virus affonda colombe e uova di Pasqua

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L’impossibilità di muoversi da casa ha penalizzato le vendite dei prodotti legati alla Pasqua. È sempre corsa a farine, lievito, burro e mascarpone

Il carrello della spesa degli italiani si è appesantito, ma l’effetto epidemia si sta dissolvendo. Esaurito il panico dei primi giorni, con gli inevitabili fenomeni di accaparramento che si sono visti in tutto il mondo, si torna a fare acquisti in base alle necessità stringenti. Molti prodotti che erano quasi del tutto spariti si rivedono sugli scaffali di super e ipermercati. È il caso ad esempio della carta igienica, le cui vendite sono cresciute soltanto del 3,8%, mentre l’effetto accumulo prosegue anche se a ritmi assai più blandi rispetto alle settimane centrali di marzo, per caffè macinato (+20,0%), conserve rosse (+37,3%), olio di semi (+40,6%), biscotti (+9,0%), pasta (+9,6%), conserve animali (+10,3%), riso (+15,2%), vegetali conservati (+16,0%). A fare il punto con il consueto rapporto diffuso ogni venerdì è la Nielsen Italia che ha fornito i dati sulle vendite rilevate nella grande distribuzione nella settimana che va da lunedì 30 marzo a domenica 5 aprile.

EFFETTO WEEKEND SPARITO

Intanto bisogna rilevare che è sparito l’effetto weekend. Sabato e domenica pesano appena il 21% sulle vendite settimanali mentre in una settimana media prima della quarantena rappresentavano circa il 33%. Un calo  riconducibile soprattutto all’orario ridotto e alla chiusura domenicale dei negozi.

C’è una ristretta cerchia di prodotti che restano tuttora oggetto del desiderio, parzialmente insoddisfatto, degli italiani. Perché si trovano difficilmente quando non mancano del tutto. Innanzitutto l’alcol denaturato, le cui vendite in valore sono cresciute addirittura del 128,9%. E poi i guanti usa e getta (+124,5%) e il sapone per le mani, liquido e solido (+41,2%).

EFFETTO «CUOCHI A CASA»

Fra gli alimentari restano molto forti gli acquisti delle referenze legate alla riscoperta della cucina. Le farine fanno registrare il +176%,con un  fatturato triplicato rispetto al 2019, le uova di gallina il +50,7%), il burro +69,5%, il mascarpone +155,6%, lo zucchero +40,1%, il  lievito di birra +217,4%, la margarina +80,4%. Ma salgono pure i consumi «consolatori», ad esempio quelli di creme spalmabili (+63,4%), tavolette di cioccolato (+21,7%) e miele (+51,6%). Un tentativo di addolcire l’isolamento, non saprei dire fino a che punto riuscito.

PASQUA IN CRISI

In difficoltà, al contrario, le vendite di prodotti legati alla Pasqua. Nelle ultime quattro settimane sono state vendute 10,1 milioni di singole uova di cioccolato, mentre nello stesso periodo pre-pasquale dell’anno scorso la cifra era di 15,3 milioni (-33,9%). Le colombe, addirittura, calano a quota 5,4 milioni di
confezioni vendute, rispetto agli 11 milioni del 2019 (-50,4%). L’impossibilità di muoversi da casa propria ha penalizzato duramente i cibi legati alle ricorrenze.

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