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Etichetta a batteria su Dop e Igp: Filiera Italia contro Federalimentare

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L’industria alimentare italiana si spacca sull’adozione della nuova etichetta nutrizionale anche per le indicazioni geografiche

Scoppia la guerra civile per l’etichetta a batteria. In campo Luigi Scordamaglia, numero uno di Filiera Italia, l’alleanza delle grandi industrie alimentari italiane che puntano sull’origine trasparente e Ivano Vacondio, presidente della Filiera Italia, la Confindustria del cibo. Non è la prima volta che i due si trovano in disaccordo. Questa volta la rottura però è totale e promette di tracciare un solco profondo fra i grandi trasformatori alimentari italiani.

ESENZIONE CONTESTATA

Ivano Vacondio

Al centro dello scontro le etichette a batteria, l’alternativa italiana al diabolico Nutriscore, il sistema delle etichette a semaforo che penalizzano le eccellenze alimentari del Belpaese. A dar fuoco alle polveri è stato Vacondio. «L’esclusione dei prodotti Dop e Igp nell’adozione su base volontaria del sistema di etichettatura a batteria, proposto dal governo italiano, rischierebbe di affossare la nostra posizione in sede di negoziale comunitaria e presterebbe il fianco alla critiche dei sostenitori del Nutriscore, sollevando al tempo stesso seri dubbi sull’effettiva utilità della batteria», ha spiegato il capo di Federalimentare in una lunga dichiarazione all’agenzia Adn Kronos. «Questa esenzione», ha rincarato Vacondio, «oltre ad essere dannosa è priva di basi giuridiche e di motivi legati ai valori nutrizionali. I loghi Dop e Igp rappresentano la garanzia di qualità e origine, ma non aiutano il consumatore a conoscere i valori nutrizionali dei prodotti. E per questa ragione non possono essere considerati alternativi al sistema dell’etichettatura nutrizionale, che ha lo scopo di informare i consumatori per aiutarli a comporre una dieta sana ed equilibrata di cui peraltro i prodotti Dop e Igp fanno parte a pieno titolo».

CONSORZI SUL PIEDE DI GUERRA

Luigi Scordamaglia

Secca la risposta di Scordamaglia. «Stupisce francamente che organizzazioni che dicono di rappresentare gli interessi dell’industria alimentare italiana si oppongano all’esclusione da qualsiasi sistema di etichettatura nutrizionale facoltativa dei prodotti di eccellenza Dop ed Igp», è il commento del consigliere delegato di Filiera Italia, «come stanno precisando molti dei consorzi di tutela coinvolti, apporre un logo, sia esso quello della batteria o quello del Nurtiscore, in etichetta, ad esempio sul nostro parmigiano o sul nostro prosciutto, accanto al logo di qualità delle Dop induce in errore il consumatore facendogli perdere la percezione della distintività di questi prodotti e vanificando tutta la comunicazione e le risorse investite su tali eccellenze».
Fra l’altro l’esenzione dei prodotti Dop e Igp dalla batteria, da un punto di vista prettamente giuridico, sarebbe un’esclusione del tutto giustificata «perché», aggiunge Scordamaglia, «questi alimenti sono oggetto di normativa separata anche, a titolo di esempio, sull’etichettatura di origine del regolamento 1169». Da quel che mi risulta, infatti, non sono toccati dalla dichiarazione d’origine dell’ingrediente primario, che invece dovrebbe scattare per tutti gli altri dal 1° aprile prossimo. Esclusione che consentirà, ad esempio, alla Bresaola della Valtellina e allo Speck dell’Alto Adige, due Igp fra le più famose, di tenere celata l’origine della materia prima che utilizzano.

IL DUBBIO

Come si spiega, allora, tutta questa voglia palesata da Vacondio, di mettere l’etichetta a batteria pure sulle indicazioni geografiche? «Viene il dubbio che chi contrasta l’esclusione, che invece la filiera produttiva del vero Made in Italy sostiene», spiega Scordamaglia, «lo faccia più che altro per paura: una volta escluse Dop e Igp, diventerebbe più difficile difendere prodotti meno difendibili, come ad esempio quelli di alcune multinazionali pronte a nascondersi dietro alle vere eccellenze della filiera italiana». Ed è «falso anche dire che tali prodotti non avrebbero informazioni nutrizionali, in quanto è ovvio che le tabelle nutrizionali sarebbero comunque obbligate ad essere presenti in etichetta».
Infine da Filiera Italia un’esortazione al governo perché prenda una posizione forte sulla tutela dei prodotti Dop ed Igp «approfondendo meglio le opportunità di tale esclusione anche nell’ambito dello studio e della sperimentazione su cui si è basata la formulazione del sistema italiano a batteria, studio su cui a questo punto è necessario fare maggiore chiarezza e trasparenza su chi lo ha gestito e sostenuto».

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