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Come comperare il vero olio made in Italy: venti domande per riconoscerlo sui banconi

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Ecco una guida per acquistare soltanto l’olio d’oliva extravergine italiano.

In fondo al post le 7 regole d’oro per portare a tavola il vero extravergine italiano.

Domanda 1
Quali sono le indicazioni obbligatorie che devono comparire per legge sulle confezioni di olio extravergine d’oliva?

a) la denominazione di vendita;
b) l’indicazione dell’origine (ma solo per l’extravergine e il vergine, per l’olio d’oliva è vietata);
c) l’informazione sulla categoria di olio;
d) la quantità netta;
e) il termine minimo di conservazione;
f) le condizioni particolari di conservazione;
g) il nome o la ragione sociale e l’indirizzo del responsabile commerciale del prodotto (in pratica la marca);
h) il lotto;
i) la dichiarazione nutrizionale;
l) l’annata, ma solo per l’extravergine e il vergine, ed esclusivamente se tutto l’olio contenuto nella bottiglia proviene dalla medesima campagna di raccolta.


Domanda 2
In quali recipienti può essere acquistato l’olio d’oliva?

Esclusivamente in recipienti chiusi e della capacità massima di 5 litri, dotati di sistemi di chiusura che perdano l’integrità dopo la prima apertura.


Domanda 3
L’olio d’oliva non si può comperare anche sfuso?

No, la legge vieta tassativamente la commercializzazione di olio d’oliva sfuso e comunque in recipienti non sigillati con dispositivo di chiusura ermetico.


Domanda 4
Quali sono le denominazioni di vendita previste dalla legge?

Le denominazioni ammesse sono in tutto quattro:
a) Olio extravergine di oliva
b) Olio di oliva vergine
c) Olio di oliva (composto da oli di oliva raffinati e oli di oliva vergini)
d) Olio di sansa di oliva


Domanda 5
Come viene indicata l’origine dell’olio d’oliva in etichetta?

Per l’olio extravergine e l’olio vergine è obbligatorio indicare il Paese di origine. Le diciture più frequenti per l’oro verde originario del nostro Paese sono:
• Olio italiano
• Prodotto italiano
• 100% Italia

 Molto frequenti sono anche le seguenti indicazioni per i prodotti ottenuti da olive coltivate nella Ue e frante nella Ue:
• Olio (extravergine o vergine) Paesi Ue
• Origine Ue
• Olio (extravergine o vergine) dell’Unione europea

Nel caso in cui l’olio provenga da un Paese extraeuropeo è rarissimo trovare indicato il nome di un singolo Paese. È frequente, invece, trovare scritto:
• Miscela di oli extravergini d’oliva non originari dell’Unione europea
• Miscela di oli di oliva originari dell’Unione europea e non originari dell’Unione europea.


Domanda 6
L’olio di oliva e l’olio di sansa di oliva devono indicare l’origine?

Tranne il vergine e l’extravergine, per tutti gli altri oli di oliva è vietato scrivere in etichetta l’origine della materia prima.


Domanda 7
Gli oli extravergine DOP e IGP devono indicare l’origine?

No. Si considera assolto l’obbligo con il rispetto del disciplinare di produzione. Quindi sulla confezione, oltre ai bollini DOP o IGP non compaiono né riferimenti all’Italia né simboli destinati a identificarne in altro modo l’origine.


Domanda 8
Se nella marca compare il nome di un toponimo (ad esempio una città), l’olio d’oliva è sicuramente italiano?

Assolutamente no. A stabilirlo è solamente l’indicazione d’origine, come nel caso dell’olio etichettato con la marca «Carapelli Firenze» che è posto in vendita sia come «prodotto italiano» sia come «origine Ue».


Domanda 9
Quindi marca italiana non significa olio italiano?

No. Quasi tutti i produttori italiani imbottigliano sia olio nazionale sia olio importato.


Domanda 10
Le bottiglie del medesimo produttore si differenziano a seconda che contengano olio italiano oppure olio straniero?

Purtroppo no. La maggior parte dei produttori impiega bottiglie identiche ed etichette simili per l’olio italiano e per quello importato.
Il caso di scuola è quello delle nuove bottiglie introdotte di recente dalla Deoleo spagnola, proprietaria del marchio Carapelli. Come si vede nell’immagine le bottiglie sono identiche, ma Il Nobile dichiara Origine Ue, mentre l’Oro verde è 100% italia.


Domanda 11
Dove si trova l’indicazione dell’origine?

L’origine dev’essere scritta, assieme alla denominazione di vendita nel campo visivo principale, cioè nell’etichetta anteriore. Quella che risulta visibile quando il prodotto è collocato sugli scaffali del supermercato.


Domanda 12
Nei negozi e nei punti vendita della grande distribuzione l’olio italiano è separato da quello di origine diversa?

Purtroppo no. Alcune catene della grande distribuzione hanno creato scaffali in cui trovano posto esclusivamente gli oli extravergine DOP e IGP. Al di fuori di queste scansie, però, l’olio italiano è mischiato con quello comunitario e perfino con l’olio extra Ue.


Domanda 13
La presenza sulla confezione di simboli che richiamino l’Italia come bandierine o nastrini tricolori significa che si tratta di olio 100% italiano?

No. Le disposizioni di legge vigenti non vietano di utilizzare immagini che possano richiamare l’Italia, inclusi cartine stilizzate del Paese o bandiere tricolori. Anche in questo caso fa fede la dichiarazione d’origine.


Domanda 14
Il prezzo più alto può servire a identificare l’extravergine italiano?

Il prezzo di vendita è un indicatore che di per sé non significa nulla. Sono in commercio oli d’oliva «origine UE» che costano più dell’extravergine 100% italiano.


Domanda 15
Non è forse vero, allora, che l’olio extravergine venduto a prezzi inferiori ai 4 euro la bottiglia da litro è sicuramente olio straniero?

È vero. Ma per avere un’idea sulla qualità, oltre che sull’origine, dell’olio d’oliva è opportuno verificare che il prezzo non sia inferiore a quello all’origine.


Domanda 16
Dov’è possibile verificare i prezzi all’origine dell’extravergine?

Il sito Ismeamercati.it fornisce i dati dell’ultimo anno, con aggiornamenti (e prezzi) anche settimanali. Oltre alle quotazioni dell’olio italiano ci sono anche i prezzi all’origine di alcuni Paesi del Mediterraneo, come Spagna, Grecia e Tunisia.


Domanda 17
Gli oli d’oliva che si trovano scontati con le offerte nelle catene della grande distribuzione sono tutti importati?

No. Può accadere che si trovino scontati perfino gli extravergine DOP di grande qualità. Per questo il prezzo, in sé, non significa nulla.


Domanda 18
Come dev’essere servito l’olio extravergine nei locali pubblici?

Per ristoranti, pizzerie, mense e tavole calde è obbligatorio servirlo ai clienti i recipiente chiuso con tappo antirabbocco. Ove i recipienti contenenti l’olio extravergine fossero sprovvisti del dispositivo antirabbocco sono fuori legge.


Domanda 19
È prevista una grandezza minima per le indicazioni di legge sulle confezioni di olio d’oliva?

Sì. L’altezza minima è di 1,2 millimetri, misurati sulle lettere che non abbiano discendenti e ascendenti, ad esempio la «a», la «m» e la «e».


Domanda 20
Quali sono le condizioni di conservazione prescritte dalla legge che devono comparire in etichetta?

In sostanza sono due. Vale a dire la conservazione al riparo dalla luce e dal calore che sono i nemici giurati dell’olio d’oliva.

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