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Arriva la carne col sigillo italiano: i consumatori dovranno imparare a cercarla

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Dopo quindici anni gli allevatori di Unicarve ce l’hanno fatta: il 29 aprile 2016 il Ministero delle politiche agricole ha emanato il decreto che istituisce il Sistema di qualità nazionale zootecnia. «È dal 2009 che ci stiamo lavorando», spiega Fabiano Barbisan, presidente del Consorzio Italia Zootecnia e di Univcarve, «ed è un tassello fondamentale per la costruzione del Piano carni bovine  nazionale che ha, come prossimi passaggi, la costituzione del Consorzio di tutela, valorizzazione e promozione Sigillo Italiano, marchio che potrà finalmente distinguere la carne prodotta in Italia da quella che arriva dall’estero e l’avvio dell’Interprofessione, IntercarnePro, organismo costituito nel 2009, assieme ad Assocarni, Legacoop e Confcooperative, tenuto in standby per tutto questo tempo, proprio per la mancanza del Sistema di qualità. Finalmente anche in Italia, Paese leader per la specializzazione nell’allevamento della carne bovina, possiamo organizzare strumenti che i francesi hanno a disposizione già dagli anni Ottanta».

Fabiano Barbisan

E lo strumento decisivo sarà probabilmente proprio l’Interprofessione, un accordo di filiera fra allevatori, intermediari, macellatori e distribuzione: pochi centesimi a capo versati ad ogni passaggio basterebbero per racimolare i milioni di euro necessari a finanziare campagne promozionai che insegnino al consumatore a cercare, nei punti vendita, le bistecche o gli spezzatini made in Italy. Come accade in Francia da anni. Poi sarà chi compra a scegliere, avendo ben chiara però la provenienza della carne.

Sulle etichette della carne bovina è obbligatorio indicare il Paese di provenienza del capo, ma sono pochi i consumatori che lo sanno. E ancor meno quelli che leggono il cartellino. Così, come spiega Barbisan «nel nostro Paese circola quasi il 50% di carne estera, facilmente confondibile con la nostra».

Il marchio del Sigillo Italiano che vedete nell’immagine del post non è una novità: mi ero divertito a realizzarlo assieme all’amico Simone Fini e l’ho utilizzato quattro anni fa per illustrare un articolo su Italia in Prima Pagina in cui raccontavo l’iniziativa degli allevatori. Era tutto pronto già allora, ma c’è voluto tutto questo tempo perché la politica si accorgesse che la posta in gioco era gigantesca: la sopravvivenza della zootecnia italiana.

Ora la strada è tracciata e potrebbero percorrerla anche gli allevatori di suini, conigli e ovicaprini. «Se riusciremo a fare squadra, togliendoci di dosso il solito campanilismo di opportunità, classico di noi italiani», conclude Barbisan, «l’avvio del Sistema di qualità nazionale zootecnia può essere una nuova alba per l’agricoltura italiana». Ai consumatori il compito di cercare nei punti vendita la carne col Sigillo Italiano.

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