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Alimenti, torna l’obbligo di indicare lo stabilimento di lavorazione

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Ritorna l’obbligo di inserire in etichetta lo stabilimento di produzione o confezionamento dei prodotti alimentari. Ad abolirlo, con un apposito regolamento, era stata la Commissione europea che non perde occasione per complicare la vita ai consumatori. Purtroppo non si tratta di una battuta: l’Eurogoverno scrive quasi sempre sotto dettatura della Germania che in questo caso ha tutto l’interesse a rendere opaca l’etichettatura degli alimenti. Come nel caso del prosciutto venduto in Italia, un terzo del quale proviene da cosce di maiali tedeschi o danesi. Con l’obbligo di indicare il luogo di confezionamento c’è la «seccatura» di farlo lavorare nella Penisola. L’etichetta muta, invece, permetteva di farlo in Baviera o nel Baden Württemberg.

La novità è che la scorsa settimana, è stato pubblicata in Gazzetta Ufficiale la legge di Delegazione europea (ecco il link da cui scaricarla) con la quale l’Italia ha reintrodotto il vincolo di scrivere chiaramente lo stabilimento di lavorazione. L’obbligo vale per tutti i prodotti alimentari: dal latte ai biscotti, dagli affettati alla verdura tagliata.

Le etichette restano reticenti

Questo, purtroppo, non significa che sia possibile conoscere tutto di quanto portiamo a tavola. L’origine delle materie prime, infatti, rimane sconosciuta per circa la metà delle derrate che mettiamo nel carrello del supermercato ogni giorno. Dal latte a lunga conservazione alla pasta, dai salumi ai formaggi al di fuori delle Dop (Denominazione di origine protetta), dagli yogurt ai surgelati. Fino alla marmellata.

Nei casi dubbi scrivetemi

Raccomando comunque la massima attenzione: l’obbligo di indicare il luogo di lavorazione o confezionamento riguarda soltanto i produttori italiani. Quindi gli alimenti importati possono non riportare nulla in etichetta. Una volta di più è bene leggere quel che c’è scritto e verificare quel che manca. Se avete dei dubbi non esitate a contattarmi utilizzando il form che trovate a questo link.

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